Dalla geniale matita di Tamburini prende vita la prima creazione sartoriale: la HB1; dieci esemplari dell’unicità italiana.
Attorno al cuore di una Honda CB 750 si materializza un telaio rivoluzionario che abbassa il baricentro e diminuisce il peso della creatura giapponese.
E’ il 1977 e le stradali e innovative SB2, caratterizzata dal telaio scomponibile, e nel 1978 KB1 accendono i loro fari al mondo.
Sono gli anni ’80 e anche le competizioni strizzano l’occhio all’elitario garage riminese.
Il Campionato del Mondo 350 con Jon Ekerold e la YB3 del 1980 e il Campionato del Mondo TT F1 con Virginio Ferrari e la YB4 nel 1987, sono riconoscimenti allo stile e al valore del Made in Italy.
Nello stesso periodo prendono vita alcune stradali che entreranno di diritto nella storia come le DB1, YB4 EI ed i primi prototipi Tesi.
Fine anni ottanta, Pierluigi Marconi eredita le chiavi della visione tecnica di chi lo ha preceduto.
Dall’ingegno della sua mente e delle sue mani, hanno origine modelli con telaio scatolato in alluminio -YB8, YB8 E, Furano, Bellaria, YB9 sr, YB9 sri, YB10, YB10 biposto, YB11, SB6, SB6 R, SB7, SB8 R- e modelli con telaio in traliccio quali DB2, DB2 sr, DB2 EF.
Tra tutte le creazioni, ancor oggi icona indiscussa, è senza alcun dubbio l’innovativa TESI 1D del 1990, la prima ad entrare in produzione.
Con l’inizio del nuovo millennio l’asfalto delle ultime curve degli anni 90 si trasforma improvvisamente in una pista.
BIMOTA con la SB8 R si schiera nuovamente sulla griglia di partenza del campionato mondiale SuperBike.
Ma è il modello stradale, la SB8 K nella versione in carbonio, ad aprire le porte dell’atelier de “il pezzo di ferro” agli appassionati.